Il corpo di una persona adulta è composto per il 65% di acqua, circa 45 l.
Il ruolo dell’acqua per la salute del nel nostro organismo è:
- regolazione dell’equilibrio idrico,
- controllo della pressione osmotica,
- regolazione del bilancio energetico,
- eliminazione di scorie,
- trasporto dei nutrienti.
Dall’acqua dipende la nostra salute, dove la troviamo nel nostro corpo?
Il 70% è acqua intracellulare – contenuta nelle nostre cellule – il restante 30% è invece acqua extracellulare. Se il contenuto di acqua nella cellula scende sotto il 50% i processi vitali si paralizzano, spesso anche in modo irreversibile.
Oltre alle cellule anche gli organi sono tutti in contatto con l’acqua e ognuno di essi, per una funzione o per l’altra, dipende dall’acqua per il corretto funzionamento: tutto l’organismo è, in sostanza, acqua-dipendente.
Se beviamo poco, come spesso succede in terza età, la pressione arteriosa si alza, i vasi sanguigni diventano meno elastici per un maggiore deposito di zuccheri e colesterolo. Il corpo, quindi, non riesce più a espellere le sostanze tossiche.
Per il nostro organismo l’acqua è di vitale importanza, infatti da questa ricava tutte le informazioni con le quali è mantenuto in vita il corpo, così come dati relativi alle patologie o ai fattori nocivi che disturbano le normali funzioni provocando le malattie.
Quali sono i valori importanti per scegliere l’acqua
Per scegliere quale acqua bere e quale fa meglio a noi dovremmo tenere in considerazione questi fattori:
- valore pH: indica la concentrazione di ioni di idrogeno e la quantità di protoni. La scelta del pH è di fondamentale importanza perché, invecchiando, l’organismo tende a ossidarsi e quindi a diventare più alcalino. Per contrastare questo fenomeno sarebbe meglio introdurre un’acqua leggermente acida, dato che un pH alcalino non farebbe che aumentare il processo di ossidazione e quindi di invecchiamento cellulare. Il valore del pH più appropriato varia fra i 6,4 e 6,8. Se l’acqua ha un pH inferiore a 6 rischia di causare disturbi gastrointestinali, mentre superiore a 6,8 contribuisce all’invecchiamento precoce;
- ubicazione della sorgente: un’acqua proveniente da una sorgente di alta quota ha più probabilità di essere pura e incontaminata rispetto a una sorgente a bassa quota;
- presenza dei nitrati: è bene che siano assenti o in numero molto basso (sotto 5 mg/l), i nitrati infatti formano le nitrosamine, che sono considerate potenzialmente cancerogene;
- scelta del materiale delle bottiglie: in genere il vetro è l’unico contenitore che consente una conservazione igienicamente impeccabile; la plastica, oltre a essere un materiale più impegnativo da smaltire, non garantisce la stessa conservazione.
- residuo fisso: questo dato, espresso in milligrammi, indica la quantità di sali minerali inorganici contenuta in 1 l di acqua.
Vediamo di capire più nel dettaglio le differenze fra i tipi di acqua e quando usarle:
- oligominerale: è l’acqua più “leggera”, con un residuo fisso inferiore a 50 mg/l, contiene pochi sali. Questo tipo di acqua viene assorbita molto velocemente nell’intestino e eliminata, facilita la diuresi e la depurazione del corpo, indicata se abbiamo bisogno di pulire i reni (renella, calcoli renali o cistite)
- medio minerale: con residuo fisso compreso tra i 300 e i 600 mg/l; indicata se dobbiamo fare una pulizia interna, eliminare tossine o altre sostanze dannose.
- minerale: il residuo fisso è oltre gli 800 mg/l, indicata in caso di stitichezza.
- magnesiaca: ha un residuo fisso di 4-5 g/l, indicata in caso di stipsi, anche grave.
Quindi scegliete con cura l’acqua che bevete in base anche a come vi sentite!
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