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Secondo la medicina ayurvedica, il benessere degli esseri viventi dipende dall’equilibrio del loro corpo sottile, che possiamo descrivere come una rete invisibile di strade attraverso cui scorre l’energia vitale.
Come in tutte le strade, ci sono dei punti di accesso e degli svincoli: sono i chakra, che vengono descritti tradizionalmente come dei vortici in cui l’energia converge per essere rimessa in circolo. Quando un chakra è bloccato si verifica un ingorgo energetico e si crea una disconnessione tra corpo, mente e aura. Questo crea un effetto a cascata: lo spirito entra in sofferenza, la mente inizia a giocare brutti scherzi e poi anche il fisico ne risente, rispondendo alla situazione di emergenza con malattie, dolori e disturbi.
Intervenire sui sintomi fisici dello squilibrio può aiutare a sentirsi meglio nel breve termine ma è solo un cerotto. Se il nodo energetico rimane, presto o tardi i disturbi che ce lo avevano segnalato con insistenza ritorneranno e più forti che mai, perché come tutte le ferite anche quelle energetiche tendono a diventare più gravi se non vengono curate in tempo.
In questi casi è meglio agire direttamente alla fonte, sciogliendo l’ingorgo per ripristinare l’equilibrio naturale dei chakra e dare sollievo al nostro corpo energetico, che ci ringrazierà con una sensazione di profondo benessere che si irradia su tutti i livelli dell’essere.
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